La lunga trincea 1915-1918: cronache della grande guerra dalla Valsugana alla val di Fiemme



Come ho già scritto in passato, sono molto appassionato ed interessato alla prima guerra mondiale, specialmente quella combattuta in territorio italiano.
Sono quindi sempre alla ricerca di nuove fonti  per documentarmi su episodi, battaglie, luoghi e testimonianze varie.
Nell'ambito della mia ricerca mi sono imbattuto in un testo davvero interessante e molto dettagliato: si tratta del libro La lunga trincea scritto da Luca Girotto,un vero esperto degli avvenimenti bellici del 15-18 riguardanti la Valsugana, il Lagorai e la Val Cismon.
Questo libro infatti racchiude nomi di luoghi per lo più noti a coloro che amano l'escursionismo ed il trekking:Monte Cauriol, Cima d'Asta, Cima di Vezzena, catena del Lagorai, Panarotta.


Geograficamente ci troviamo nella Valsugana e sul Lagorai, la catena dolomitica orientale trentina.
Nel libro sono raccontate in modo preciso e ricco di aneddoti le operazioni militari svoltesi in queste zone tra il 1915 ed il 1918.
Molto importante il contenuto fotografico che è possibile trovare nelle 458 pagine del libro, fotografie anche inedite sia da parte italiana che austriaca che ritraggono i soldati e i luoghi dove si sono combattute le battaglie narrate dall'autore.
Quello che rende l'opera decisamente speciale sono le testimonianze di coloro che quella guerra l'hanno vissuta in prima persona, tramandandoci con le loro parole tutta la drammaticità di un evento così nefasto.
Le testimonianze sono ricavate dai diari delle brigate o da quelli dei soldati; da citare in particolare le parole di Paolo Monelli, un alpino pluridecorato che scrisse  a fine guerra il libro Le scarpe al sole in cui racconta la sua avventura al fronte, testo che ho avuto il piacere di leggere e che consiglio vivamente.
Nelle parole dei diari emergono particolari della vita in un fronte di montagna: alpini e fanti infatti oltre ad affrontare ogni giorno la paura della morte, si dovevano scontrare anche con il freddo, le valanghe, la fame, la sporcizia(nel libro si fa riferimento a soldati che non si cambiavano la divisa da un mese).






La guerra di montagna è totalmente diversa da quella del Carso e da quella combattuta sul fronte occidentale:non è possibile infatti attaccare in massa e quindi ci si affida a piccoli manipoli che finiscono per scontrarsi all'arma bianca con gli avversari; il risultato è che si contano più caduti per le valanghe ed il gelo che per le azioni in combattimento.
Inoltre viveri, munizioni e materiali da costruzioni andavano portati in quota a mano attraverso delle massacranti corvee(anche se non è inerente al libro da ricordare il disumano trasporto da parte degli alpini sull'Adamello a quota 3200 del celebre pezzo da 149 ribattezzato "ippopotamo").
Il libro è per veri appassionati ed è scritto con una incredibile dovizia di particolari: le battaglie sono analizzate con l'ausilio di cartine geografiche e di fotografie, utilizzando anche fonti ufficiali dello stato maggiore dell'esercito e di alcuni musei della zona e con l'estrapolazione dei diari di brigata o di combattenti italiani e austriaci.
La precisione dell'autore che si avvale di tutte queste fonti permette al lettore di orientarsi sul terreno di battaglia seguendone con coinvolgimento lo sviluppo; questo è importante soprattutto per chi, come me, non conosce direttamente i luoghi protagonisti di questo settore della guerra italiana.
Non è sicuramente una lettura leggera, sia per il linguaggio molto tecnico sia per l'alto contenuto drammatico che viene trasmesso dalle parole dell'autore e da quelle dei diari.; la guerra non può non esser drammatica ma leggere alcuni aneddoti di questo libro fa veramente rabbrividire.
D'altronde sono fatti realmente accaduti poco più di cento anni fa a cui si concede troppo spesso un' eco ridotta: ritengo sia importante riflettere sul sacrificio di giovani soldati, un'intera generazione spazzata via per una stupida guerra.


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